Il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) è una condizione di natura neuro sviluppa mentale che comporta una notevole difficoltà nel mantenere l'attenzione e nel regolare il comportamento. Questo disturbo ha un impatto significativo sull'apprendimento e sul rendimento scolastico, anche se non è direttamente correlato alle capacità cognitive. A differenza dei disturbi specifici dell'apprendimento (DSA), l'ADHD riguarda principalmente l'autocontrollo, coinvolgendo aspetti come l'inibizione e la capacità attentiva.
L'ADHD è un acronimo inglese che sta per Attention Deficit and Hyperactivity Disorder, in italiano può essere chiamato anche DDAI, che significa Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività. Questo disturbo del neurosviluppo colpisce approssimativamente il 5% dei bambini e non ha un'età specifica di insorgenza; i segni dell'ADHD possono essere notati sia durante il percorso scolastico che in età prescolare.
L'ADHD è caratterizzato da una serie di sintomi, tra cui disattenzione, disorganizzazione, iperattività, impulsività e comportamento oppositivo-provocatorio. Questi sintomi influiscono negativamente sul rendimento scolastico e sulle interazioni sociali, ma non necessariamente sulla capacità cognitiva.
Il deficit da ADHD può manifestarsi in modi diversi a seconda del soggetto coinvolto. Esistono tre principali tipi di ADHD:
Le cause precise dell'ADHD non sono ancora completamente comprese, ma si suppone che coinvolgano un'alterazione nello sviluppo di alcune aree del cervello o dei circuiti cerebrali che regolano l'inibizione e l'autocontrollo. Ci sono prove che suggeriscono un'importante componente genetica, con una maggiore incidenza di ADHD nei casi in cui esiste una storia familiare del disturbo. Altri studi hanno evidenziato una possibile correlazione tra l'ADHD e il consumo di alcol e tabacco durante la gravidanza.
Si è anche ipotizzata una relazione tra l'esposizione dei bambini alla televisione nei primi anni di vita e l'ADHD, anche se le prove scientifiche in questo campo sono ancora in fase di studio.
Riconoscere e diagnosticare l'ADHD nei bambini è di fondamentale importanza per garantire un intervento adeguato e il supporto necessario a scuola. I sintomi del disturbo possono essere identificati fin dalla prima infanzia, ma la diagnosi ufficiale di ADHD viene effettuata dopo i 7 anni e prima dei 12 anni.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) elenca 9 sintomi legati alla disattenzione e 9 sintomi legati all'iperattività. La diagnosi di ADHD viene stabilita se almeno 6 di questi sintomi sono presenti per almeno 6 mesi e si verificano in due o più contesti diversi, escludendo altri disturbi psicologici.
Ecco alcuni dei sintomi legati alla disattenzione:
Ecco alcuni dei sintomi legati all'iperattività e all'impulsività:
Sebbene l'ADHD e i DSA siano disturbi con cause e caratteristiche diverse, possono condividere alcuni sintomi. Ad esempio, una difficoltà nella lettura può essere causata sia dalla dislessia che da un'incapacità di mantenere l'attenzione sul testo dovuta all'ADHD. Pertanto, nelle diagnosi cliniche dei DSA, si esamina anche la sfera dell'attenzione per distinguere le diverse cause delle difficoltà nell'apprendimento.
Spesso si verificano casi di comorbilità, in cui un individuo presenta sia il DSA che l'ADHD. In questi casi, i problemi nell'apprendimento si aggravano a
causa della difficoltà nel concentrarsi. Inoltre, il comportamento dei soggetti con comorbilità di ADHD e DSA può diventare particolarmente difficile e irruente, spesso a causa della frustrazione derivante dai fallimenti scolastici dovuti al DSA.
La gestione concomitante dell'ADHD e dei DSA rappresenta una sfida complessa che richiede l'intervento coordinato di specialisti, scuola e famiglia. Un approccio multimodale che coinvolga tutte queste parti può portare a notevoli miglioramenti nella riabilitazione e nella gestione dei disturbi.
Dal punto di vista clinico, è fondamentale l'intervento psicologico, specialmente nei casi di ADHD e DSA combinati. Questo intervento mira a migliorare la consapevolezza, l'autocontrollo, le abilità attentive, la pianificazione delle attività, nonché la gestione della rabbia e della frustrazione.
Le famiglie devono essere in grado di riconoscere i segni dell'ADHD e cercare una diagnosi e un trattamento appropriati. Una volta identificato il disturbo, le famiglie dovrebbero collaborare con la scuola e il trattamento clinico, creando un ambiente quotidiano e extracurricolare che offra opportunità per sviluppare le abilità apprese.
L'ADHD e i DSA rientrano nei Bisogni Educativi Speciali (BES), il che significa che gli studenti con queste condizioni hanno diritto a un approccio didattico personalizzato, spesso realizzato attraverso un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Gli interventi scolastici variano in base alle esigenze individuali degli studenti e tengono conto dell'età, della gravità del disturbo e del contesto scolastico.
In sintesi, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è una condizione complessa che richiede una diagnosi accurata e un intervento tempestivo. La comprensione dei sintomi e delle cause, insieme a un coinvolgimento attivo della famiglia e della scuola, può aiutare a migliorare la qualità della vita degli individui affetti da ADHD e DSA.
Dott.ssa Caterina Marano
Psicologa Psicoterapeuta a Roma San Giovanni
Psicologa Psicoterapeuta
Partita IVA 02776330645
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio/RM col n. 21383 dal 2013